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A Faenza

Celebre in tutto il mondo per l'arte della ceramica, Faenza è ricca di monumenti e opere d'arte. Prendiamo come punto di partenza le due piazze della Libertà e del Popolo divise dalla via Emilia che in questo tratto urbano prende il nome di via Mazzini, verso Bologna, e via Saffi verso Forlì. A loro volta corso Garibaldi e corso Matteotti partono da queste due vie principali.La Cattedrale domina tutta piazza Libertà con la sua poderosa mole e in tutto il suo stile che denota l'influenza rinascimentale toscana a Faenza. Passando attraverso la sagrestia ci ritroviamo nell'Oratorio dei Battuti Bianchi, con affreschi di scuola faentina della fine del '600 e, rivolgendosi al sagrestano, è possibile ammirare una notevole collezione d'argenti, un reliquiario di S. Savino, codici pergamenacei di scuola ferrarese e fiorentina ed altri piccoli ma importanti tesori.Se poi nell'uscire si costeggia il fianco destro della basilica, lungo via Barilotti, si giunge in piazza XI Febbraio, dove un porticato collega il Duomo al Vescovado (aperto martedì, giovedì e sabato dalle 9.30 alle 12.30) che oggi conserva ben poco della primitiva costruzione medioevale; al suo interno una piccola Pinacoteca con opere di Bertucci il giovane, Benedetto Coda, Cignani. Ritornando in piazza Libertà, sull'angolo con corso Garibaldi, si trova palazzo Laderchi, realizzato sul finire del '700 da un progetto del Tadolini con affreschi di Amore e Psiche nella volta del Salone delle Feste, mentre al piano nobile ha sede la Società Torricelliana di Scienze, Lettere ed Arti che conserva materiale del fisico e matematico faentino. Proprio di fronte alla cattedrale, il portico dei Signori o degli Orefici del '600, con ristrutturazioni postume del Casanova e la barocca fontana di Piazza,poco distante, ideata da Domenico Paganelli. Sua è anche la torre dell'Orologio, all'imbocco di corso Saffi, in cui è custodita in una nicchia la statua marmorea di Francesco Scala raffigurante la Madonna col Bambino. Di fianco alla torre ecco il palazzo Comunale a cui, al nucleo primitivo, grazie a diversi interventi ristrutturativi, vennero aggiunti diversi ampliamenti. Palazzo Strozzi (1600) sorge invece all'angolo tra via Beccarini e via Campidori ed è sede dell'Istituto statale di Arte per la Ceramica Gaetano Ballardini, mentre proprio sul lato opposto non mancherà una visita al Museo Internazionale delle Ceramiche che, offrendo una campionatura di quanto è stato prodotto dall'antichità ai giorni nostri, può dirsi uno dei più importanti centri di documentazione e ricerca sulla ceramica esistenti al mondo. Da visitare la chiesa della Commenda del XII sec. (ma che assunse la forma attuale solo nel Rinascimento dopo vari maneggi), affiancata dall'antica residenza dei cavalieri dell'ordine di Malta e di Gerusalemme. L'interno è a una navata con abside semicircolare e nel cui catino si osservano pregevoli affreschi di Girolamo da Treviso il Giovane ed altri frammenti di affreschi trecenteschi sulla volta.La porta di Chiavi segna l'antico limite del borgo. Dopo la visita al borgo, riprendendo via Manfredi e superata piazza Martiri della Libertà, si incontra il massiccio fabbricato delle case Manfredi che conserva elementi architettonici del XIV e XV sec., mentre sul lato opposto il complesso delle case Ragnoli di origine quattrocentesca. Se prendiamo invece la via che corre parallela a via Torricella, ovvero via Severoli ci troviamo di fronte ad un nucleo di costruzioni ottocentesche tra cui casa Valenti o palazzo Pasolini dall'onda. Il palazzo dei Gesuiti ospita oggi la Pinacoteca comunale con una raccolta iniziata nel 1805 e qui sistemata nel 1877. Proseguendo lungo via S. Maria dell'Angelo incontriamo, sulla destra, la chiesa di S.Maria Nuova di cui possiamo notare la facciata che è rimasta incompiuta, mentre all'interno il marmoreo altare maggiore e la Madonna col Bambino nella prima cappella a sinistra. Attraversata via Cavour e via Pascoli, ammiriamo il bellissimo campanile del IX sec. di S. Maria Vecchia che, aperto da monofore e bifore, rappresenta il più importante monumento altomedioevale di Faenza con una struttura ottagonale e scala a chiocciola interna unica. In uno slargo di via Toducci, la chiesa di Sant'Antonio da Padova racchiusa in strutture di origine quattrocentesche, ma con varie ristrutturazioni che nel corso dei secoli ne hanno cambiato l'aspetto originale. Questa via sbocca poi in via Castellani, dirigendosi per via Scaletta, si può osservare la chiesetta di S. Bartolomeo, oggi Tempio votivo ai Caduti, che conserva un abside ed un campanile del 1200. Da qui ripieghiamo di nuovo in corso Matteotti che termina all'altezza del circuito delle mura ove esisteva la distrutta porta Montanara che delimitava uno dei confini della città.

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