Guastalla - Itinerari Ecologici
Il territorio di Guastalla è adiacente
al grande fiume Po, sorgente di vita, per tanti secoli,
della popolazione residente: pesca, frutti del sottobosco,
legnami per lindustria e per la casa, acqua da bere
e dirrigazione. Dopo lo sviluppo selvaggio dellagricoltura
e dellindustria, che hanno minato il fiume e le
sue rive boscose, attualmente una politica di salvaguardia
del territorio sta cercando di ripristinare il patrimonio
naturale della zona. Si accede alla zona boschiva e rivierasca
tramite Viale Po, alberato da un pioppeto e affiancato
da una pista ciclabile in costruzione; è un antico
argine trasformato in strada, che ancora difende la città
dalle esondazioni del fiume, assieme agli Spalti, gli
argini che, seguendo lantico tracciato delle mura,
sono ancora un baluardo contro le acque. Proseguendo si
arriva al Lido Po, in passato la spiaggia di Modenesi,
Reggiani, Parmensi, che al sabato e alla domenica scendevano,
a frotte, in auto o con il trenino, e si stendevano al
sole sullisola del peccato, in mezzo a due rami
del fiume, in cui prima facevano il bagno. Esiste ancora
il vecchio Circolo della Canottieri Eridano, con gli amanti
della pagaia, che destate si ritrovavano sul fiume,
con un campetto di calcio e uno da tennis. Vi è
anche il vecchio attracco del ponte di barche, ora sostituito
da quello ad arcate in cemento; i casotti
di legno per i pic-nic; la vecchia casa dei pontieri,
ora diventata lostello per i turisti. Alla vecchia
pesca al bucalòn, del pescegatto o
dello storione si è aggiunta quella del siluro,
specialmente da parte dei turisti tedeschi, che vanno
fieri di potersi far fotografare con un bestione di oltre
un metro e mezzo di lunghezza e di circa 70 kg. di peso.
Due ristoranti inoltre danno la possibilità di
gustare ancora le specialità ittiche locali, dal
pesce ai gamberi e alle rane. I boschi circostanti nascondono
delle zone ancora incontaminate. I bugni o stagni di acqua
di infiltrazione; il vecchio percorso della Crostolina,
un ramo del torrente che scende dalle montagne del Reggiano,
che conserva ancora stagni dacqua; la flora spontanea
del sambuco, delle siepi di robinia, dellacero campestre,
del frassino del salice, dellontano, dove ancora
nidificano gli uccelli rivieraschi con un ritorno, dopo
tanti anni, di folaghe, aironi e fagiani. Un parco naturale,
nel suo piccolo, in grado di riportare quellequilibrio
ecologico che era stato distrutto in anni recenti di sfruttamento
selvaggio delle aree. Vi sono percorsi diversi: fino alla
Baita, un antico casamento utilizzato prima come ricovero
per pescatori e legnaioli, poi come abitazione per gli
agricoltori che hanno saputo strappare la terra dallacqua;
al Fogarino, una zona di macchia verde coltivata in mezzo
a due argini di difesa. Oltre alla zona rivierasca vi
sono anche alcuni parchi conservativi-didattici: il Parco
Pertini, quello del fico e quello dellolmo nella
zona di Pieve, e quello del pozzo in Guastalla.